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I.N.D.A.
Istituto Nazionale del Dramma Antico
In epoca moderna il primo ad avere avuto l'idea di rappresentare nella cornice naturale di un teatro antico un dramma classico fu, alla fine dell’Ottocento, Gabriele D'Annunzio. L'idea vagheggiata dal poeta pescarese fu ripresa qualche anno più tardi dal famoso grecista Ettore Romagnoli che, tenace assertore della diffusione della cultura antica e vero apostolo delle rappresentazioni classiche, dopo alcune esperienze in cui fece recitare i suoi studenti dell'università di Padova, riuscì concretamente a realizzarla nel 1911, quando il 20 aprile, per iniziativa della Società «Atene e Roma» che quell'anno celebrava il suo IV Congresso di Studi Classici, fu rappresentato nel Teatro romano di Fiesole l’Edipo Re di Sofocle. |
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Era presente a quella rappresentazione il Conte Mario Tommaso Gargallo che, affascinato dall'avvenimento, una volta tornato nella città natale, cominciò ad accarezzare l'idea di ripetere, nel Teatro Greco di Siracusa, l'esperienza fiesolana. Nella primavera del 1913 costituì perciò, insieme ad un gruppo di amici, un Comitato cittadino per le Rappresentazioni Classiche che ne curasse l'organizzazione. L'iniziativa ebbe subito l'entusiastica adesione del Romagnoli che era fermamente convinto che il teatro antico di Siracusa, il più grande e il più bello dell'occidente greco, e il suo scenario naturale fossero la degna cornice per la rinascita e il rifiorire delle rappresentazioni. |
La prima rappresentazione ebbe luogo il 16 aprile 1914: alla presenza di oltre 8.000 spettatori la compagnia di Gualtiero Tumiati fece rivivere sulla scena, dopo oltre duemila anni, l’Agamennone di Eschilo nella traduzione dello stesso Romagnoli, il quale curò anche la direzione artistica e i commenti musicali. Il coro fu composto da giovani studenti universitari siracusani. L'entusiasmo del pubblico, proveniente da tutta l'isola e gli unanimi consensi della critica consacrarono fin dalla prima il successo dell'iniziativa, che tuttavia non poté essere ripetuta a motivo della guerra, se non sei anni più tardi. Nella primavera del 1921 furono rappresentate le Coefore di Eschilo: il successo di pubblico e di critica fu ancora una volta esaltante al punto che l'iniziativa fu ripetuta l'anno successivo, quando furono rappresentate Le Baccanti di Euripide e l’Edipo re di Sofocle, che ebbero come spettatore d'eccezione il Re in persona, e nel 1924 (I sette a Tebe di Eschilo e l’Antigone di Sofocle). |
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Intanto il Comitato cittadino, che nel frattempo aveva assunto l'attuale denominazione di Istituto Nazionale del Dramma Antico, nel 1925, su proposta del capo del Governo Benito Mussolini, che era stato entusiasta spettatore delle rappresentazioni del 1924, venne eretto in ente morale e nel 1929 vide allargata la sua attività e curò l'allestimento di spettacoli classici in vari teatri antichi non solo siciliani. Gli eventi bellici interruppero la fervida attività dell'Istituto che riprenderà, con rinnovato vigore e con l'entusiasmo tradizionale, sotto la guida di Raffaele Cantarella, solo nella primavera del 1948 allorquando fu rappresentata l’Orestea di Eschilo. Da allora le rappresentazioni si svolsero ad anni alterni fino al 2000 ed annualmente da allora, facendo registrare un crescente concorso di pubblico, al punto che talora le recite si sono protratte fino a luglio. |
Nel 1998 , l’INDA ha mutato assetto istituzionale ed è stato trasformato da ente di diritto pubblico in Fondazione Onlus ed ha lo scopo di: - |
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